Odontofobia: intervista all’esperto Prof. Livio Gallottini
Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Odontostomatologia, il Prof. Gallottini ha nel suo Cursus Honorum un Dottorato di ricerca – PhD – in Discipline Odontostomatologiche, una docenza universitaria di ruolo come Professore Associato dal 2001 al 2014 e un incarico da dirigente medico-ospedaliero dal 2002 al 2014. Vanta un’esperienza di più di 25 anni di professione medica odontoiatrica e un know-how specifico sulle cure dentali effettuate mentre il paziente dorme (ideali per chi soffre di odontofobia).
Prof. Gallottini, come arriva alla cura dell’odontofobia?
Oltre ad essere un odontoiatra tradizionale, ho sviluppato una particolare competenza nel campo della cosiddetta “odontoiatria speciale”, ovvero quella classe di cure dentali effettuate su pazienti con bisogni speciali (i cosiddetti special needs patients) o particolari necessità.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti che hanno sviluppato una vera e propria fobia del dentista, provando un terrore irrazionale al solo pensiero di una seduta in studio. Sono diffidenti e si ritengono giudicati negativamente; non si sentono compresi, non trovano risposte al loro problema e cercano disperatamente una soluzione.
Queste persone non consentono al loro medico di instaurare una terapia ed hanno la bocca deturpata perché, a causa della paura, non si sono recati dal dentista. Non sorridono più oppure lo fanno con la mano davanti alla bocca, evitano di farsi fotografare e, se capita, tengono sempre le labbra serrate. Sono arrivato alla cura dell’odontofobia proprio per aiutare questo tipo di pazienti.
Quali sono le modalità di intervento “mentre il paziente dorme”?
È giusto fare prima una precisazione. Il dentista non opera esclusivamente nello studio privato, utilizzando solo l’anestesia locale; esiste anche il dentista che opera nel settore pubblico (5% in Italia), cioè negli ambulatori delle ASL o negli ospedali, ma l’accesso alle cure è molto difficile e ci sono liste di attesa lunghissime.
Io sono un dentista “speciale”, cioè oltre a fare il dentista tradizionale, eseguo le cure odontoiatriche mentre il paziente dorme con due distinte modalità anestesiologiche:
- nel mio studio dentistico privato, in sedazione cosciente per via endovenosa (senza intubazione naso-tracheale e in respirazione spontanea)
- in sala operatoria in clinica privata, in anestesia totale (anestesia generale) con intubazione naso-tracheale e in respirazione assistita, operata da uno specialista in Anestesia e Rianimazione.
- In entrambi i casi il paziente dorme. Se l’operazione avviene in clinica privata, può anche pernottare (degenza ordinaria).
Quali sono i tempi necessari per questo tipo di interventi dentali?
Addormentando il paziente, posso effettuare molteplici terapie odontoiatriche in un solo appuntamento. Spesso riesco a ricostruire una bocca intera in 24 ore! Opero la mattina e consegno ed applico la protesi fissa di un’intera arcata dentale – o di entrambe – la mattina successiva.
A me si rivolgono quindi pazienti da tutta Italia, perché risolvono il loro problema in un solo giorno (odontoiatria immediata entro le 24 ore). Secondo piani di cura personalizzati in base alle esigenze del singolo, possiamo rapidamente eseguire tutti gli interventi che un paziente odontofobico magari rimandava da anni.
Cosa si intende esattamente per special needs?
I bisogni speciali per antonomasia sono le disabilità psichiche, motorie, sensoriali o le malattie neurologiche. Nei pazienti affetti da tali invalidità gravi, le condizioni di salute potrebbero essere seriamente pregiudicate da una patologia odontoiatrica concomitante, al punto che il mancato accesso alle cure odontoiatriche potrebbe mettere a repentaglio la vita stessa dei soggetti.
I nuovi LEA (Livelli Minimi Assistenziali), definiti ed aggiornati nel DPCM del 12 Gennaio 2017 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 65 del 18 Marzo 2017 – Supplemento Ordinario n. 15, stabiliscono le prestazioni ambulatoriali di assistenza odontoiatrica erogabili dal SSN (Sistema Sanitario Nazionale) all’articolo 16 comma 5, con riferimento all’allegato 4 ed in particolare all’allegato 4C, in cui vengono individuate anche le condizioni di vulnerabilità sanitaria gravi, quali:
- in attesa di trapianto o post-trapianto;
- stati di immunodeficienza;
- cardiopatie;
- patologie oncologiche ed ematologiche in trattamento con radioterapia o chemioterapia;
- emofilia od altre patologie dell’emocoagulazione.
Nella nostra pratica clinica quotidiana, però, facciamo rientrare nella classificazione anche altre tipologie di pazienti, che presentano delle peculiarità per le quali è necessaria una gestione completamente diversa.
Quindi i suoi interventi sono rivolti anche a pazienti che non hanno paura del dentista…
Certamente! Esistono anche i pazienti collaborativi e autonomi: tra questi rientrano coloro che hanno una fragilità sanitaria, ovvero con un rischio clinico elevato, oppure che presentano una scarsa “resilienza” clinica, cioè una ridotta capacità di affrontare situazioni cliniche di una determinata difficoltà. Facciamo qualche esempio.
Una bambina può avere una difficoltà ad estrarre un dente soprannumerario oppure a rimuovere quattro premolari permanenti ai fini ortodontici, così come un paziente adolescente può avere un disagio nella disinclusione bilaterale di due canini permanenti inclusi oppure nell’estrazione di tutte e 4 le gemme dei denti del giudizio insieme. La giovane età può essere quindi un ostacolo ad eseguire terapie di chirurgia orale, soprattutto multiple. Per un paziente adulto può essere critico essere sottoposto ad un grande rialzo del pavimento del seno mascellare, oppure affrontare un piano di trattamento che preveda prestazioni odontoiatriche multiple e che abbia un’elevata aspettativa sia emotiva che temporale.
Nella nostra esperienza rientrano anch’essi nella condizione di bisogno speciale, in quanto risulterebbe più difficile del normale aderire in modo efficace al piano di cura odontoiatrico.
In definitiva, cosa consiglia per affrontare la paura del dentista?
Gli odontofobici (ma anche quelli con bisogni speciali) sono un gruppo di pazienti sempre più frequente, che purtroppo presenta gravi distruzioni dei denti e che necessita riabilitazioni totali e complesse.
Prima di scegliere uno specialista, consiglio di porre attenzione su aspetti spesso tralasciati e dai quali dipende come si vive e si percepisce l’esperienza dal dentista:
- la rapidità del trattamento;
- il comfort dell’intervento;
- la totale assenza del dolore.
In tutti questi casi una possibile soluzione è rappresentata dall’eseguire terapie multiple concentrate in un solo intervento (magari lungo e complesso) con l’ausilio di tecniche anestesiologiche quali la sedazione per via endovenosa e l’anestesia generale.
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